mercoledì 19 dicembre 2012

Storie di cronaca: il giornalismo è bellezza



Johannes Frisk esitò. Fu una reazione automatica. Proprio come ogni altro giornalista al mondo, era recalcitrante a fare nomi di fonti. D'altro lato Erika Berger era il caporedattore e quindi una delle poche persone che poteva pretendere da lui quell'informazione.
"Un poliziotto della sezione reati contro la persona. Si chiama Hans Faste".
"E' stato lui a chiamare te o lo hai chiamato tu?"  
"Mi ha chiamato lui".
Erika annuì.
"Perchè credi che ti abbia telefonato?"
"L'ho intervistato un paio di volte durante la caccia a Lisbeth Salander. Mi conosce".
"E sa che hai ventisette anni, sei sostituto e sei utilizzabile quando ci sono da piazzare informazioni che il procuratore ha piacere vengano divulgate".
"Sì, tutto questo lo capisco. Ma ricevo una segnalazione da Faste che si occupa delle indagini e vado a bere una caffé con lui e lui mi racconta questa cosa. Io lo cito correttamente. Cosa dovrei fare di diverso?"
"Sono convinta che tu citi correttamente. Quello che sarebbe dovuto succedere però è che tu avresti dovuto portare l'informazione ad Anders Holm che avrebbe dovuto bussare alla mia porta per spiegarmi la situazione, e insieme avremmo deciso il da farsi". 
"Capisco. Ma io..."
"Tu hai consegnato il materiale a Holm, il caposervizio dell'informazione. Hai agito correttamente. E' stato Holm a sbagliare. Ma passiamo ad analizzare il tuo articolo. Anzitutto, perché Faste vuole che questa informazione trapeli?"
Johannes Frisk alzò le spalle.
"Significa che non lo sai o che non te ne importa?"
"Che non lo so".
"Okay. Se io affermo che questa storia è falsa e che Lisbeth Salander non ha minimamente a che fare con gli steroidi anabolizzanti, tu cosa dici?"
"Che non posso dimostrare il contrario".
"Esatto. Questo comporta che tu ritieni che noi dobbiamo pubblicare un articolo che forse è menzognero solo perché non abbiamo notizia del contrario".
"No, noi abbiamo una responsabilità giornalistica. E' un esercizio di equilibrio. Non possiamo astenerci dal pubblicare quando abbiamo una fonte che afferma espressamente qualcosa."
"Filosofia. Possiamo chiederci perché la fonte voglia diffondere quella certa informazione.  (...)Allora riassumerò tutto quello che ho da dire in un'unica frase. Il tuo compito come giornalista è di mettere in discussione ed esaminare criticamente, non di ripetere acriticamente affermazioni provenienti da fonti anche ben posizionate all'interno delle istituzioni. Non dimenticartelo mai. Tu sei un ottimo scrittore, ma quel talento è del tutto privo di valore se ti dimentichi il tuo compito."    


("La regina dei castelli di carta" di Stieg Larsson)

In questo blog si parla spesso di storytelling e dell'arte della narrazione. Il giornalismo, da questo punto di vista, è una forma d'espressione che indaga il reale e racconta l'attualità attraverso storie di cronaca, inchieste o editoriali. E' una forma di racconto alta, perché legata alla libertà di espressione e di pensiero e perché ha un potere forte, quello di interpretare la realtà. Il "quarto potere" è uno strumento che mi affascina da sempre, proprio per questo motivo.
Alla luce di quanto detto, il frammento di Larsson risulta essere illuminante: una definizione del concetto di giornalismo, della sua responsabilità e dell'importanza delle fonti. L'interpretazione, l'analisi critica, la capacità di vedere i fatti da diversi punti di vista: questo è ciò che ci si aspetta da un giornalista. Pensando a questo è naturale interrogarsi sul futuro del giornalismo e il ruolo ricoperto dal citizen journalism e dai social. Giornalista è colui che dà un ordine alle informazioni... senza di lui chi darà una scaletta alla storia del mondo? anarchia, democrazia delle idee, o repubblica?
Riflettere su questi temi è un dovere per chi si occupa di comunicazione, ma anche un obbligo nei confronti di sé stessi e della società per qualsiasi cittadino del mondo.  


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